La Strategia di spararla grossa e poi smentirla


Troppo assurdo per essere vero, troppo scontato per essere credibile, mi riferisco all'ennesima uscita di un politico, peraltro ministro della Repubblica, che ha creato una (voluta?) polemica per aver categorizzato le donne di sinistra come brutte.
Data la frequenza di questi episodi, ci si chiede se essi siano figli di 5 minuti di irrazionalità e perdita di senno oppure più ragionevolmente fasi di una strategia che prevede una frase ed un fatto che creino scandalo e facciano parlare, e la successiva smentita.
Perché poi insistere tanto sui canoni di bellezza delle donne come leva di consenso? Beh, a mia modesta opinione perché nonostante i passi avanti fatti e le conquiste dei movimenti esponenziali del gentil sesso, la società permane maschilista. Essa aderisce "per convenzione sociale" allo sdegno verso certe affermazioni sulle donne, per poi agire inconsciamente nel modo opposto. Per cui lasciarsi andare in affermazioni "maschiliste" nel breve periodo creerà lo sdegno, per lo schermo delle convenzioni e sovrastrutture morali in ognuno di noi, nel lungo periodo creerà una inconscia simpatia, perché l'ego dell'uomo moderno proietta la sua immagine e non la sua anima, e son più quelli che amano schierarsi con il bello che con il buono. Ovviamente i costi dello sdegno del breve periodo saranno minimizzati con una surreale e patetica smentita che mirerà solo a arginare i danni.
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