Quadro Economico dell'Italia: gli ultimi dati ISTAT

Ciascuno di noi dovrebbe avere accanto alla foto di Giorgio Napolitano, il quadro economico "dipinto" con i dati ISTAT :). L'importanza sta nel munirsi di quelle informazioni di base necessarie sia ad interpretare le tendenze in atto, sia a valutare l'efficacia delle azioni di governo e non per ultimo a verificare la "veridicità" delle affermazioni fatte dai nostri cari politici quando si presentano impomatati di fronte ad una telecamera.
Il blasone della fonte è un altro fattore importante, anche se è sempre opportuno attingere a più banche dati, verificando le metodologie utilizzate e soprattutto "il committente".

PRODOTTO INTERNO LORDO: l'ultimo dato disponibile è quello del 4° trimestre del 2010 dal quale di desume che il PIL è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e dell’1,5 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2009.

INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (Inflazione): Ultimo dato disponibile è quello di Aprile 2011 sulla base del quale possiamo dire che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% rispetto al mese di marzo 2011 e del 2,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (era +2,5% a marzo 2011).

INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE: Ultimo dato disponibile è quello di Marzo 2011 sulla base del quale possiamo dire che l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,4% rispetto a febbraio. Nella media del trimestre gennaio-marzo l’indice è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Nella media del primo trimestre dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.


INDICE DELLE VENDITE AL DETTAGLIO: Ultimo dato disponibile è quello di Marzo 2011 sulla base del quale possiamo dire che l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio è diminuito dello 0,2% rispetto a febbraio 2011. Nella media del trimestre gennaio-marzo 2011, l’indice è diminuito dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2010. Rispetto a febbraio 2011, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,3% e quelle di prodotti non alimentari dello 0,2%. Nel confronto con il mese di marzo 2010 si registrano variazioni negative del 2,1% per le vendite della grande distribuzione e dell’1,9% per quelle delle imprese operanti su piccole superfici.

OCCUPAZIONE: Ultimo dato disponibile è quello del IV trimestre del 2010 sulla base del quale possiamo affermare che per la prima volta dal quarto trimestre 2008 gli occupati registrano una variazione tendenziale positiva: +0,1%, pari a 14.000 unità. Prosegue la flessione dell’occupazione italiana (-166.000 unità), mentre il corrispondente tasso di occupazione rimane stabile al 56,5%. L’occupazione straniera aumenta (+179.000 unità), ma il relativo tasso di occupazione continua a diminuire, dal 64% al 62,1%. Prosegue il calo dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato (-0,7%, pari a -103.000 unità), mentre cresce il numero dei dipendenti a termine (+5,1%, pari a 111.000 unità). Il tasso di disoccupazione è pari all’8,7% (8,6% nel quarto trimestre 2009); rispetto ad un anno prima, l’indicatore cresce per gli uomini (+0,3 punti) e diminuisce per le donne (-0,2 punti percentuali). Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni aumenta dal 27,9% del quarto trimestre 2009 al 29,8% e tocca un massimo del 42,4% per le donne del Mezzogiorno.

RETRIBUZIONI: ultimo dato disponibile quello di Aprile 2011 in base al quale possiamo affermare che l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,8% rispetto ad aprile 2010.


Molto spesso i dati vengono furbescamente commentati dai nostri cari politici, in maniera non sistematica, ovvero non correlata a quelli di altre grandezze. Per fare un esempio, il dato delle retribuazioni se letto da solo dice poco o niente, in quanto è utile confrontarlo con l'andamento dei prezzi al consumo per sapere se vi è stato un effettivo aumento del potere di acquisto dei lavoratori o se invece nonostante l'aumento nominale delle retribuzioni i lavoratori hanno un potere reale di acquisto più basso, ovvero sono più poveri.

Si ribadisce che la fonte dei dati e dei grafici è l'ISTAT, al quale si rimanda per ulteriori approfondimenti.

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