Il problema dell'eventuale successione alla Banca d'Italia


Sull'Espresso di questa settimana (n.20 - 19 maggio 2011) c'è un interessante articolo di Luigi Zingales, che affronta il problema di chi dovrebbe prendere il posto di Mario Draghi come governatore della Banca d'Italia se dovesse far le valigie per la BCE.
Con il benestare del presidente Sarkozy e del ministro delle finanze tedesco Schauble, sembra sempre più reale l'ipostesi che il nostro governatore prenda il comando della Banca Centrale Europea. Si rende così necessario delineare il profilo di chi dovrà inevitabilemte prendere il suo posto al comando della Banca d'Italia.
1) AUTOREVOLEZZA: La Banca d'Italia, pur non incidendo in maniera così forte e diretta sulla politica monetaria (come le Federal Reserve regionali negli USA), partecipa, per il tramite del suo governatore, al Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, per cui si rende necessario rappresentare autorevolmente gli interessi nazionali all'interno di esso. Ma dal momento che Draghi sarebbe il presidente della BCE, questo aspetto sarebbe meno decisivo, anche se dovrà assumere una veste super partes.
2) INDIPENDENZA: Il potere di vigilanza della Banca d'Italia si sostanzia nella supervisione e nella regolamentazione delle istituzioni finanziarie italiane. Recentemente questo potere sta progressivamente arricchendosi di nuovi compiti, come la possibilità di limitare la retribuzione dei manager, di bloccare i dividendi e, in situazioni straordinarie, sostituire i vertici delle banche. Di qui la necessità di fare affidamento su una personalità indipendente, che non sia nè un uomo di fiducia del Ministro dell'Economia, nè tantomeno un politico.
Dovendo incidere anche su alcuni privilegi, come gli alti compensi ai manager, e potendo inciderecon misure drastiche come la sostituzione dei vertici e la ricapitalizzazione forzata, è necessario che i futuro governatore non provenga da un mondo, quello bancario, che potrebbe successivamente riprenderselo indietro.
3) PROFESSIONALITA': Il futuro governatore della Banca d'Italia dovrebbe conoscere profondamente il sistema finanziario, per poter indidere efficacemente al verificarsi di crisi sistemiche, senza dover necessariamente cadere nella ragnatela di esperti che inevitabilmente coltivano interessi professionali nelle banche.


SOLUZIONE: Secondo Zingales sarebbe auspicabile rivolgersi ai dirigenti italiani nella BCE, i quali hanno esperienza internazionale, indipendenza dal potere politico e competenza nel sistema finanziario senza perciò esserne un ingranaggio.

La domanda che mi pongo è se anche di fronte a questa eventuale prova, il governo dimostrerà di avere poco a cuore i problemi del paese e di avere la solita premura di piazzare personalità facilmete manovrabili e gestibili nei ruoli chiave delle istituzioni nazionali.
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