Ricchi e Poveri: un divario sempre più netto

Il benessere di uno Stato si misura anche dalla distribuzione della ricchezza.
Il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla nostra Costituzione indirizza l'azione di governo alla rimozione di quegli ostacoli che limitano l'uguaglianza dei cittadini.
Uno studio dell'OCSE ha dimostrato statisticamente come l'Italia sia tra i paesi che negli ultimi 20 anni ha visto crescere il divario tra ricchi e poveri, creando le basi per l'affermazione che l'azione di governo ha disatteso uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, quello di uguaglianza.
Questa conclusione potevamo trarla anche in assenza del suddetto studio, dal momento che la povertà comincia ad essere percepita da fasce sempre più estese di popolazione la cui precarietà sociale non permette di pianificare e programmare scelte importanti.
Dall'altra parte del fosso ci sono quelli che si sono arricchiti in vario modo in questi ultimi venti anni, in modi più o meno leciti o più o meno moralmente accettabili.
Possiamo dunque dire che negli ultimi venti anni si sono succeduti governi che poco o niente hanno fatto per arginare il fenomento della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, a scapito del benessere sociale che è il vero termometro della sostenibilità sociale.

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